
Guarisce i danni su più tessuti, il che ci dice che può essere usato per trattare più malattie”. La speranza è di sviluppare questa molecola, chiamata SW033291, anche per gli uomini. La chiave sta in una molecola prodotta dal corpo, la prostaglandina E2, o PGE2, note per aiutare la proliferazione di molti tipi di tessuti di staminali. I ricercatori hanno dimostrato che un gene presente negli uomini, il 15-PGDH, riduce la quantità di PGE2 nel corpo. Partendo dall’ipotesi che, inibendo il gene, aumentasse la produzione di prostaglandina nei tessuti, hanno visto che così si spingeva e velocizzava la guarigione dei tessuti.
In una banca dati di 230mila sostanze chimiche, ne hanno identificata una, SW033291, in grado di inattivare il gene in provetta, nelle cellule e sugli animali. Il farmaco ha fatto guarire dei topi che altrimenti sarebbero morti, e senza effetti collaterali. Ora verrà studiato su animali più grandi. Se si rivelerà sicuro ed efficace, potrebbe essere sperimentato sugli uomini nel giro di 3 anni. I ricercatori dovranno concentrarsi su trapianto di midollo, colite ulcerosa e chi è sottoposto a interventi chirurgici al fegato.
